Turismo distruttivo e famelico di Vincenzo Mazzeo

 

Le contestazioni di molti abitanti,  delle isole Canarie in questi giorni,  hanno come oggetto la limitazione del turismo e impedire la costruzione di ulteriori alberghi.
Questo livello di "saturazione" lo stiamo riscontrando anche in Italia: Venezia, Firenze, Cinque Terre, per nominare alcune delle nostre realtà investite da questo problema.
Sono strutture che racchiudono grandi opere d'arte oppure una natura unica e irripetibile  nel  mondo.
La classe politica, tenta di correre ai ripari con proposte alquanto bislacche e senza approfondire il problema.
Tasse di soggiorno e il  numero chiuso ( anticostituzionale), sono state le più gettonate e non hanno prodotto nessun effetto anzi, le tasse di soggiorno hanno aumentato i costi per i turisti, senza nessuna contropartita per migliorare il loro soggiorno in queste località.
La lentezza del viaggiare per scoprire nuovi paesaggi, opere d'arte, costumi e culture é oramai patrimonio di un sempre più ristretto numero di persone.
Il "mordi e fuggi", con relativo selfie, ha preso oramai il sopravvento.
In questa situazione, gli amministratori, sempre in cerca di consensi elettorali, hanno stravolto  i piani regolatori delle città e dei borghi unitamente ai vincoli paesaggistici.
Da parte loro gli imprenditori,  sempre più spesso si stanno mutando in "prenditori", trasformando in un grande bazar con oggettistica, cibi e musiche di infimo valore lo spazio circostante e distruggendo non solo tradizioni alimentari millenarie, ma anche usi e costumi e infine, facendo traslocare la popolazione di questi centri abitati diventati  "divertimentifici" seriali e senza nessuna ricaduta economica e di miglioramento della qualità della vita  nelle realtà che stanno occupando.
Chi crede che con il passare del tempo, questo fenomeno potrebbe affievolirsi non sta facendo i conti con una realtà: le guerre in atto nel nostro Pianeta.
Le oltre 50 guerre che si combattono attualmente nel mondo, hanno una ricaduta sul turismo di massa:
i Paesi senza guerre in atto, sono sempre di meno e quindi il bacino di possibili "mete turistiche"  si sta riducendo e questo comporterà un ulteriore sovraffollamento delle realtà già sovraffollate.
Quindi le guerre, oltre i maggiori costi delle materie prime, l'aumento delle spese militari con la contestuale diminuzione delle risorse allo Stato Sociale, comporta anche questo paradigma: la definitiva distruzione della nostra identità,  culturale nel senso più ampio di questa parola di alcune nostre città e paesaggi naturalistici.
Chiedere la cessazione delle guerre, perché oltre alle vittime, ci sta creando pericolose ricadute economiche e ambientali,  sarebbe la cosa più logica da fare.
Ma in questo momento, la logica vuole, se non ci sarà l'apocalisse termonucleare, che bisogna ricostruire un nuovo ordine mondiale tra  vecchie e nuove  potenze militari ed economiche che si stanno misurando sulle macerie dei diritti umani, diritti internazionali e autodeterminazioni dei popoli, che erano stati  stabiliti dopo la seconda guerra mondiale.
Nell'attesa, i nostri governanti, ai vari livelli dovrebbero riuscire a promuovere una politica di turismo che si apra a nuove e meravigliose mete turistiche presenti nei nostri territori, in particolare le zone interne dei nostri appennini.
Per chiudere queste mie riflessioni, in un modo meno catastrofico, vi invito a seguire il videorealizzata dall'associazione  
labcultproposta.blogspot.com
  dove si racconta la  storia di Nives Monda e la sua "Taverna Santa Chiara" che  affronta, in pieno centro della città di Napoli, il problema del  "divertimentificio" che rischia di prendere piede anche  in quella città.
É una piccola e limitata risposta a un problema molto più complesso ma fa trasparire oltre alla passione e alla genialità di Nives che un'altra modalità di turismo , rispettosa e meno banalizzante  di un selfie é possibile.
https://youtu.be/BnhTRcFSXZ0?si=ISrvO0rJsSnqrpiQ








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